Se un fallimento apre la strada alla libertà di essere chi si vuole essere

foto di gruppo coccole & business 2016

Ho fallito tanto nella mia vita. Ma oggi sono riuscita a dare un senso a quei fallimenti che mi hanno dato il coraggio di inseguire i miei sogni di libertà: essere chi volevo essere davvero!

Due week-end fa ho partecipato a un evento dal nome curioso: “Coccole&Business“, voluto dalla sezione milanese di F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari).

Davvero non sapevo cosa aspettarmi perchè nell’immaginario collettivo il mondo degli affari è distante dall’idea di relax e bellezza. Così, dopo le prime ritrosie, mi sono lasciata andare e poi trasportare dall’entusiasmo delle partecipanti.

Alla due giorni che si è tenuta nella bellissima Villa Porro Pirelli a Induno Olona (VA) hanno preso parte solo donne.

Il focus principale dell’incontro? Imparare a migliorare la propria immagine, grazie ai preziosi consigli degli esperti, una su tutte la bravissima Donatella Rampado, guru del self brand che in molti conoscono come personal branding (anche se non sono esattamente la stessa cosa, ma facciamo finta…per non dilungarci!); se volete approfondire l’argomento, sotto vi lascio i link Amazon ai suoi due libri “Selfbrand. Fate di voi stessi un autentico brand e “Selfbrand. L’Evoluzione”.

Da quando sono diventata mamma e blogger (un lavoro per certi versi aleniante perchè, a volte, obbliga a passare molto tempo in solitudine davanti a uno schermo), ammetto di essermi lasciata andare tantissimo. Non provo più interesse per la moda e la mia persona; nel senso che ho smesso di andare dal parrucchiere e dall’estetista, di comperare bei vestitini e truccarmi con costanza. Indosso sempre le stesse cose e  prediligo la comodità. Risparmio più che posso pensando al futuro di mia figlia e ai viaggi che faremo.

Eppure sono la stessa che in un passato non troppo lontano, ci metteva anche un’ora tra trucco e parrucco! Ma il tempo cambia le persone e io, in effetti, non sono più quella mina vagante un po’ sopra le righe che usciva tutte le sere…

Con queste premesse, capite perche mi interessasse così tanto l’evento Coccole&Business; anche perche, per quanto mi costi ammetterlo, l’abito  fa ancora molto il monaco!

Dopo aver passato la mattinata a parlare di noi, abbiamo trascorso il pomeriggio con l’esperto di medicina olistica Franco Commisso che ci ha spiegato diverse tecniche antistress e la serata con una make-up artist, Simona De Luca, che ci ha mostrato i trucchi del mestiere per valorizzare i punti di forza e nascondere i piccoli difetti.

La conoscenza di tutte le partecipanti  ha rappresentato però il vero bagaglio da portarmi a casa: esperte di comunicazione, imprenditrici e donne di successo e in carriera.

Il fallimento, la via che apre le porte al successo?

Ad accomunare quasi tutte noi c’era un fallimento alle spalle: un matrimonio sbagliato, un’azienda fallita dalla quale eravamo state licenziate, magari anche un’idea sbagliata.

Io, per esempio, ho fallito spesso e a dire il vero mi sono sentita fallita molte più volte di quanto avrei dovuto. Poi ho capito che i fallimenti mi hanno portato a essere quella che sono oggi.

Ho capito che se l’azienda dove lavoravo non avesse chiuso, forse, non avrei mai trovato il coraggio di mollare tutto, a 32 anni, e mettermi a “cazzeggiare” per il Sudamerica per nove mesi.

Che forse l’aver trovato il coraggio di fregarmene di chi mi diceva “E’ pericoloso, sei matta!”, “Come farai poi con il lavoro, ormai hai una certa età, non ci rientri più!”, è stata la mia risposta vincente a quella vocina che mi diceva “Hai fallito ancora una volta” (dato che avevo lasciato un posto a tempo indeterminato nell’emittente 7Gold per trasferirmi in una casa editrice che di lì a poco avrebbe chiuso i battenti). Dopo ho capito che il fallimento vero sarebbe stato quello di rimanere a lavorare in un posto dove non mi piaceva ciò che stavo facendo.

Paulo Coelho diceva che “soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire”.  Se avevo paura di viaggiare da sola? Certo che sì! Ma la paura di perdere quel sogno, quel viaggio della vita, è stata più forte di ogni cosa.

E se non avessi fatto quel viaggio, oggi non sarei sposata con un ragazzo colombiano nè avrei una figlia, nè un’altra in arrivo.

A volte la vita prende pieghe inaspettate: alcune belle altre da cancellare. Ma la cosa importate è che c’è sempre una via d’uscita. Sempre!

E noi tutte, lì presenti a Villa Porro Pirelli, abbiamo saputo cogliere in momenti diversi della nostra vita la nostra via d’uscita.

foto-gruppo-coccole.jpg

Rodgy, Claire, Kim, Donatella, Stefania, Laura, Alga, Paola, Laura, Luisa e tutte le altre. Nella giornata trascorsa assieme ci siamo raccontate tanto. Abbiamo ascoltato, parlato, riflettutto assieme. Non solo di affari ma a tutto tondo, come solo le donne sanno fare.

Fra tutte, la storia che sicuramente mi ha colpito di più è stata quella di Margherita, la cui famiglia si è sempre occupata di filati. Parliamo di una grossa azienda, che a un certo punto ha dovuto fare i conti con la crisi. Margherita, una volta uscita dalla compagine societaria, avrebbe potuto tranquillamente vivere di rendita. E invece no. Si è voluta rimettere in gioco, investendo parte del proprio capitale nelle acque in vetro Levico e nella catena di supermercati NaturaSì.

Io al suo posto non lo avrei fatto.

Perchè, per quanto eccitante la nuova sfida, comporta inevitabili reponsabilità e preoccupazioni. Questa sua voglia di mettersi in gioco – ancora oggi che non ha più 20 anni e sicuramente non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno – mi ha molto incuriosita.

La verità è che ogni persona si sente realizzata a modo suo, facendo quello che più le piace. E io, oggi, mi sento realizzata così: con il mio blog, la mia famiglia, la mia quotidianità fatta di cose semplici ma soprattutto con la mia LIBERTÀ. Perchè oggi, finalmente, sento di essere quella che volevo essere.

Fonte: Mammarisparmio